(A.P./S.B) Sport è socialità, aggregazione, divertimento e benessere. E, oltre all’attività sportiva praticata nelle palestre e nei palasport al chiuso, d’estate si accendono i riflettori sulle piscine che rappresentano inevitabilmente un punto d’incontro e socialità.
Proprio con il caldo che si fa più insistente, queste strutture all’aperto – oasi di relax e refrigerio – vengono prese d’assalto soprattutto nei weekend da chi ha scelto di passare l’estate in città. Si parla sia di piscine pubbliche sia private che vengono in soccorso a chi vuole evadere, anche solo per un pomeriggio, dalla calura.
E mentre dal post Covid le strutture private crescono a dismisura favorite da molte carenze nel territorio, della piscina pubblica Assisi Sport ha ampiamente parlato in numerose occasioni. Ma questa mancanza ad Assisi quanto effettivamente costa al tessuto sociale della città? In un periodo in cui le relazioni umane, soprattutto dei più piccoli, sono state messe a dura prova dalla recente pandemia, quanto sono importanti le strutture volte all’aggregazione e alla socialità?
Come è stato più volte ribadito, anche in merito ad altre strutture sportive, mai come in questo momento lo sport può svolgere quella funzione sociale che manca e che aiuterebbe bambini e ragazzi a crescere in maniera sana.
La piscina comunale di Assisi, un tempo centro di riferimento nel territorio, ora ha ceduto il posto ad altre realtà private e pubbliche che registrano, soprattutto nei weekend, notevoli sold out. Sono un esempio Bastia Umbra (nella foto in evidenza) e Spello, senza doversi spingere troppo lontano ed oltre i confini, dove lo scorso fine settimana le strutture pubbliche hanno fatto il pieno di ingressi con addirittura ombrelloni e sdraio già tutti accaparrati da tempo.
Perché Assisi rimane indietro? Le strutture dove mettere le mani sono fin troppe, i fondi – sulla carta – non ci sarebbero, e le priorità sono altre probabilmente. Ma quanto ci vorrà perché finalmente si intervenga su tutto il complesso del “Degli Ulivi” ridando vita ad un gruppo di strutture ormai fatiscenti e valorizzando una zona un tempo fiore all’occhiello della città? O sarebbe ormai più appropriato, sul modello Bastia, pensare ad un altro luogo per costruire la piscina pubblica? E un palasport cittadino lo vedremo mai?
La piscina – tanto sbandierata da più fronti politici in campagna elettorale – rimane quindi una pagina buia della storia della città, lasciata a marcire mentre nella mente degli assisani riecheggiano i fasti di un luogo di aggregazione e divertimento difficile da dimenticare. Il palasport resta nel frattempo un sogno più volte annunciato e spiegato solo nei progetti, mentre le tante società sportive del territorio iniziano – come ogni estate che preannuncia la nuova stagione – a lamentare spazi (sono già diverse le segnalazioni anche alla nostra redazione, ndr) trasferendo in alcuni casi tesserati presso altri lidi, facendo “gemellaggi e fusioni” con altre realtà sportive limitrofe, sempre a causa di strutture carenti e mancanza sufficiente di luoghi idonei alla pratica dello sport e dello stare insieme.
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