(Agnese Paparelli) Torna InStudio per Assisi Sport: ospite della trasmissione il campione di Wheelchair tennis Francesco Felici. Argento agli Us Open di New York, 2° nel ranking Juniors Singles e 95° nel ranking singolo mondiale, il giovane atleta bastiolo ha raccontato l’impegno e i sacrifici che lo hanno portato ha raggiungere numerosi successi e ad essere il numero 1 in Italia nel 2022.
Assisi Sport inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni. Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale del gruppo BN COM della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti, Flavia Pagliochini e Agnese Paparelli. Immagini e montaggio: Jacopo Scarponi. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico: Bertidesign, produzione: BNCOM. Il testo dopo il video è una sintesi fedele dell’intervista ma non una sua trascrizione integrale. (Continua dopo il video)
“New York è stata una grandissima esperienza – racconta Francesco Felici – è stato un anno lungo in cui l’obiettivo era quello di arrivare agli US Open. Quando l’obiettivo si avvicina, l’ambizione sale: dal vincere le prime partire all’arrivare poi in semifinale e alla finale. Il riuscire a raggiungerlo è stata una grande soddisfazione. Quando ci si trova lì si pensa solo a lavorare partita dopo partita e non si realizza. È stata un’emozione unica e che mi porterò dietro per la vita. Raggiungere la finale è stato bellissimo”.
“Un campione è in fondo una persona come tutte le altre. Lavorare tutti i giorni- spiega il vicecampione degli US Open – è il segreto del successo. Tutte le mattine uno deve alzarsi e dare il massimo per quella giornata. Io vado a scuola, poi esco e pranzo, vado direttamente ai campi e mi alleno. Serve costanza e allenarsi tutti i giorni. Poi mano a mano, con costanza i risultati arrivano e si riesce a fare un gradino in più ogni giorno e raggiungere grandi risultati”.
“Non è facile conciliare l’impegno da studente e da sportivo – dice Felici – ora faccio il quinto anno e con disciplina e metodo riesco a fare tutto. Bisogna cercare di essere costanti per fare entrambe le cose. Sono in una scuola che mi sostiene, mi aiutano e mi capiscono. Anche quando sono fuori, studio e mi tengo al passo così quando sono di nuovo a scuola posso far verifiche e interrogazioni”.
“La mia passione è nata per caso – racconta Francesco Felici – è iniziato tutto, cinque o sei anni fa, da varie coincidenze. Da quando a scuola mi è stato proposto di iniziare a fare sport in sedia. Prima ho sempre fatto nuoto, mi piaceva ma era tutto orientato ad un fine riabilitativo. Non ho mai trovato quella scintilla dell’agonismo che trovo ora nel tennis. Prima ho provato a Bastia la pallamano, poi il basket in carrozzina e, conoscendo vari ragazzi, mi sono avvicinato al tennis. All’inizio era un gioco, uno o due giorni a settimana. Poi ho iniziato a giocare le prime partite e l’interesse è cresciuto grazie alla voglia di migliorarmi sempre di più. Ho avuto al seguito un team – tra preparatori e fisioterapisti – sempre più grande che mi ha supportato in tutta la crescita. Anche grazie a loro sono riuscito a farcela”.
“Le paralimpiadi sono un grande obiettivo – dice il campione di tennis in carrozzina – Parigi è molto vicina e conciliare il tutto, anche con la scuola, è difficile ma non è nemmeno troppo lontano. Se lavoriamo una possibilità c’è. Cercheremo di sfruttarla al massimo. La soglia di punti per accedere è ancora un po’ lontana ma non impossibile e lavoreremo per quello. Anche quest’anno sono stato convocato da poco in Coppa del Mondo, l’equivalente della Coppa Devis, e giocheremo le qualificazioni dall’11 al 19 marzo in Lettonia e proveremo a qualificarci per la seconda fase. Llì poter giocare con la maglia dell’Italia è sicuramente un grande onore e una responsabilità che ti spinge a dare il massimo. È un qualcosa in più che ti porta tensione ma anche a dare il massimo di te stesso”.
“La mia giornata tipo si svolge così – racconta Felici – la mattina vado a scuola poi mangio e vado diretto ai campi per l’allenamento. La mia sessione tipo è due ore in campo in cui facciamo lavori di tipo tecnico e tattico poi vado diretto in palestra dove, con i miei preparatori, svolgo un lavoro mirato. Tornato a casa, ceno e mi metto a studiare. Per quanto riguarda l’alimentazione è importante seguire una dieta sana e bilanciata al fine di non avere né troppi eccessi né troppe carenze”.
“La dedizione e la fatica portano risultati – spiega il tennista – se non si faticasse, i risultati non arriverebbero. Fatica e risultati sono due cose strettamente legate. Se i risultati arrivano la voglia di migliorare aumenta. Il mio lavoro non resta inosservato. Spero di essere un ambasciatore che non sia solo il simbolo dell’inclusione sociale ma che sia anche simbolo di agonismo perché il tennis paralimpico è come il tennis”.
“Il mio prossimo obiettivo? In Coppa del Mondo riportare un buon risultato per l’Italia e poi qualificarmi per Parigi e, se poi andasse male, per Los Angeles. Ci credo a Parigi – conclude Francesco Felici – lavorerò sempre per i miei obiettivi, piccoli o grandi che siano. Continuerò ad allenarmi per raggiungere i miei scopi. Sogno una paralimpiadi e una medaglia olimpica”.
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