(S.B./A.P.) Che fine faranno le tante strutte sportive (non certo all’avanguardia in troppe città) in Italia? E guardando al nostro territorio assisano, quale futuro per le strutture e le società sportive? Il recente aumento dei prezzi sta mettendo a dura prova anche lo sport. Il caro vita, derivante dai recenti fatti di cronaca internazionale – con tanto di speculazione aggiunta – continua a mettere in ginocchio cittadini e imprese che si trovano ad affrontare spese sempre più elevate. Tra le vittime sono finite anche le attività e le strutture sportive come palazzetti dello sport, piscine e palestre. Anche da noi.
Si stima che per i tanti centri sportivi italiani – dove circa 20 milioni di persone praticano sport in tutta Italia – il prezzo delle bollette sia aumentato di circa quattro volte dallo scorso anno. Una spesa che, in molte situazioni e per molti gestori, sta risultando insostenibile e non redditizia tanto da far riflettere su una possibile chiusura dell’attività. Si pensa, infatti, che saranno quasi 5mila gli impianti che rischiano di chiudere entro l’inizio del 2023 in tutto lo stivale.
Un’importante società, che gestisce anche gli impianti natatori di Santa Maria degli Angeli e di Bastia Umbra, ha recentemente annunciato la chiusura della piscina di San Giustino a causa dei costi di gas e luce troppo elevati. Questo è un recente e sfortunato esempio accaduto nel territorio e ci si augura che non saranno molti i gestori spinti a prendere tale decisione.
Se poi al caro energia, che non è l’unico problema che attanaglia gli impianti sportivi, si aggiunge lo stato indecoroso nel quale versano troppe strutture, allora di speranza ce n’è davvero poca. Come più volte denunciato dalla nostra redazione, le strutture, i palazzetti e i campi sportivi del territorio sono in larga parte fatiscenti, obsoleti e non adatti all’utilizzo da parte delle società sportive locali. E mentre anche alcuni recenti interventi da parte di amministratori pubblici hanno portato alla luce sia eccellenze sportive locali, ma anche la scelta di alcune società di chiudere i battenti o non risollevarsi, occorrerebbe pensare ad aiuti e soluzioni concrete in grado di sostenere lo sport locale.
Sembrano non bastare – a quanto pare – gli aiuti del Pnrr, ma servirebbero progetti tangibili a medio-lungo termine per essere competitivi e dare il giusto spazio allo sport che contribuisce al PIL nazionale di circa 24,5 miliardi di euro.
Per dare un quadro concreto dello stato di degrado in cui gravitano le strutture sportive del territorio assisiate, gli inviati della redazione di Assisi Sport hanno fatto visita ad alcune realtà. Si menzionano in questa sede alcuni esempi concreti come il campo sportivo di Tordandrea. Erba alta e strutture decadenti fanno da padrone in una situazione che gode del più totale abbandono. Voci di corridoio dicono che il complesso verrà acquisito da un’associazione locale per essere messo a nuovo e vissuto, ma al momento non si hanno conferme ufficiali. Ci si augura comunque che il tutto possa concretizzarsi per non lasciare, l’ennesima struttura, a deteriorasi e privare la comunità locale di un luogo in cui praticare sport.
E mentre diversi progetti sembrano non vedere la luce nonostante ci si stia – a quanto pare – lavorando (la tensostruttura adibita a palestra-palasport che dovrebbe sorgere presso lo stadio “Migaghelli” di Santa Maria degli Angeli va avanti a ritmo lento, con lo stadio stesso da rimettere a norma, ndr), come non citare il campo sportivo di Assisi, forse l’esempio più emblematico (ormai anche il più scontato) di come nel corso degli anni – e delle amministrazioni – sia mancata una progettualità e un impegno sul fronte dello sport. La Città di Assisi, per l’ennesimo anno, è rimasta senza squadra di calcio e la domanda che viene spontanea porsi è: che fine farà lo Stadio (e l’intero complesso) degli Ulivi? Non serve – perché non si vuole continuare a infierire – nulla di più sulla situazione della piscina di Assisi che dopo anni e anni di proclami e sei progetti presentati è ancora soltanto un bel ricordo.
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