Tra tutte le gare che poteva scegliere, l’Angelana ha deciso di perdere quella sbagliata. Perché la sconfitta con la Ducato suona alla stregua di una condanna, almeno per quel che riguarda l’appendice play-out che, salvo sorprese clamorose, sarà ciò che toccherà in sorte ai giallorossi al termine della stagione regolare. Per carità, numeri alla mano tutto è ancora possibile (la salvezza diretta dista 4 punti, anche se poi in realtà sono 5, considerando che col Pontevalleceppi l’Angelana vanta una peggior differenza reti negli scontri diretti), ma se questo è l’andazzo è inevitabile porsi il problema di come riuscire a rimettere in piedi un’annata che di svoltare proprio non ne vuol sapere. Sarebbe andato bene anche un pari, è maturata una sconfitta che pesa enormemente in classifica e che boccia sostanzialmente anche la squadra, che sembra essere tornata in versione “gambero” dopo aver mandato segnali incoraggianti nelle prime uscite della gestione Buttò.
I conti, insomma, non tornano: l’attacco non punge, la difesa qualcosa concede, soprattutto la mediana (orfana di De Santis e Barbacci, e di questi tempi sono due assenze troppo pesanti) non riesce a schermare a dovere un reparto che la Ducato ha messo alla berlina in avvio di ripresa, quando ha confezionato il blitz che ha consegnato a Raggi la salvezza diretta su un vassoio d’argento. Buttò nell’occasione ha provato a passare alla difesa a tre, consegnando le fasce a Catani e Muzhani e proponendo Confessore (e non Capitini) accanto a Passeri in avanti. Ne è venuta fuori però un’Angelana poco pungente, anche se almeno per 45’ Mazzoni non s’è proprio dovuto sporcare i guanti, se non su un paio di uscite. Dalla parte opposta zero palle gol e pochi spunti dalla metà campo in su, benché gli zero rischi corsi sono parsi persino un buon conto da pagare. La Ducato però in avvio di ripresa ha aumentato gli sforzi, ha cominciato a premere minacciosa e in pochi minuti ha fatto incetta di palle gol: sulla prima (regalo sull’asse Burini-Piccinelli) c’ha pensato Mazzoni a metterci una pezza, con Kola ipnotizzato dal numero uno giallorossa.
Poi è stato il turno di Cavitolo, anch’esso rimandato a più miti consigli da Mazzoni, con Piantoni che ha porta praticamente vuota ha calciato poi a lato sulla respinta. Alla fine però il gol la Ducato l’ha trovato grazie a Tomassoni, che sfruttando un buco sulla trequarti s’è inserito bene e col mancino non ha lasciato scampo all’estremo difensore angelano. Dura rialzarsi dopo un avvio così negativo: Buttò ha provato a rivoluzionare le pedine inserendo Fondi e passando prima al 3-4-3, poi al 4-2-4 con Capitini e Ubaldi larghi sugli esterni. Mosse ardite che hanno esposto la squadra a qualche contropiede (decisivo Mazzoni ancora su Tomassoni), ma che soprattutto non hanno prodotto granché in avanti se si eccettua una discesa di Ubaldi non capitalizzata da Passeri e un colpo di testa di Capitini sfilato a lato non di molto. Troppo poco per invertire la rotta: le sofferenza di casa Angelana, almeno per ora, non accennano proprio a diminuire.
POST PARTITA Forte la delusione di Giorgio Buttò a fine gara: “Perdere uno scontro diretto come questo comporta tante implicazioni e ci mette una volta di più spalle al muro. Non siamo riusciti a giocare la gara che avevamo preparato: abbiamo sofferto molto in mezzo al campo, complici anche le assenze dell’ultim’ora di De Santis (lutto familiare) e Barbacci (influenza) che di sicuro hanno pesato nell’economia della gara. Nel primo tempo credo che la squadra si sia mossa abbastanza bene, concedendo zero palle gol e cercando di costruire qualcosa, anche se con fatica. Nella ripresa brava è stata la Ducato a sfruttare quelle zone di campo dove eravamo carenti, e una volta andati sotto abbiamo cercato di rimediare in ogni modo, perdendo però lucidità e attenzione. È una brutta botta, ma il campionato non finisce oggi e dovremo continuare a migliorare giorno dopo giorno”.
TOP PLAYER Primo tempo da spettatore non pagante, poi nella ripresa per Elia Mazzoni ce ne è stato di lavoro da sbrigare. Ha cercato di salvare il salvabile compiendo tre grandi parate su Kola, Cavitolo e Tomassoni, ma quest’ultimo è comunque riuscito a superarlo con un sinistro potente e angolato. Lui, però, ha ben poco da rimproverarsi.
PROSSIMO IMPEGNO A Castel del Piano è un altro crocevia fondamentale dell’annata giallorossa: i locali non possono dire di essere ancora salvi (stazionano a 32 punti) ma sicuramente avranno meno pressioni rispetto a un’Angelana ora più che mai condannata a vincere per tentare ancora di tirarsi fuori dalla zona play-out.
ANGELANA – DUCATO 0-1
ANGELANA (3-5-2): Mazzoni; Lucarino, Burini, Piccinelli; Catani (6’ st Galassi), Scopetti (9’ st Fondi), Bartolini, Ubaldi, Muzhani (13’ st Capitini); Passeri, Confessore (9’ st Ragusa). A disp.: Lenzi, Cammerieri, Bastianini, Cristofani, Cirocchi. All.: Buttò.
DUCATO (4-4-1-1): Carsetti; Sbardellati, Barbetta, Raspa, Pergolesi; Cascianelli (48’ st Ferretti), Piantoni, Quaglietti, Cavitolo; Tomassoni; Kola. A disp.: Cimarelli, De Palma, Copponi, Pazzogna, Stella, Maggiolini, Biccheri, Toppo. All.: Raggi.
ARBITRO: Santarossa di Pordenone.
Guardalinee: Buonocore e Dumitru.
MARCATORE: 8’ st Tomassoni.
NOTE: Ammoniti: Lucarini (A), Kola (D), Ragusa (A), Piantoni (D).
CLASSIFICA dopo 25/30 giornate: Foligno 57, Lama 49, San Sisto, V.A. Sansepolcro 43, Spoleto 36, Orvietana 34, Narnese 33, Castel del Piano, Assisi Subasio, Ducato 32, Pontevalleceppi 28, Massa Martana 27, Ellera 25, Pontevecchio, Angelana 24, Pievese 14.
Fonte: angelanacalcio.it
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