(Stefano Berti) Si sono messi in regola in tantissimi spendendo soldi ed investendo in risorse umane. Hanno diviso gli spazi tirando su fondelli, ricavando sale all’interno delle strutture, lavorando sodo contro il tempo pur di uscire a marzo da una situazione che ha martoriato i più. È il mondo delle palestre, delle piscine e dei centri fitness che da indiscrezioni potrebbe nuovamente essere portato alla chiusura, una serrata che metterebbe davvero con le spalle al muro un intero comparto.
Così come bar e ristoranti e come le tante aziende che hanno investito pur di tornare a lavorare, palestre e centri fitness già sono in ansia per quello che sarà. Mondo dello sport in fermento in attesa di decisioni, e situazioni certamente delicate e particolari. “Chi rimborsa in caso di chiusura le spese sostenute per tornare a lavorare tre mesi fa? Il governo sta pensando forse ad un bonifico anticipato? Se ci arriva il giorno prima a copertura delle spese totali facciano pure altrimenti sarà la fine…” – si chiedono gli operatori e i titolari delle palestre locali.
Una situazione complicata per un intero comparto, con il mondo dello sport dilettantistico che non sta meglio. Un’attenzione all’aumento dei contagi che non può passare inosservata, ma sembra proprio che se in questa situazione non ti chiami Cristiano Ronaldo o Lionel Messi, non sei nessuno se giochi a calcio, basket, pallavolo, o fai lo sport che ami.
Lo sport dilettantistico regionale, pieno zeppo di bambini, pieno zeppo di giovani, movimento non da poco in termini di economia e salute legata appunto allo sport, è nel baratro. Giorno dopo giorno cambiamenti, nuovi blocchi, pochi controlli, insomma troppa confusione. Fino allo stop, ora nuovo e che si spera davvero questa volta non sia definitivo. Sarebbe un colpo al cuore a tanti ragazzi vogliosi di continuare a correre e sperare in qualcosa di veramente salutare per il loro presente e per il loro futuro.
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