(Stefano Berti) Quanto manca lo sport? Tanto. Mancano le partire della domenica, gli allenamenti settimanali. Mancano i bambini che nei pomeriggi incalzano i genitori con la fretta di correre ed allenarsi. Mancano i ragazzi spensierati. Manca la fretta di divertirsi. Un periodo di fermo che desta desolazione e preoccupazione. Sono tanti gli sportivi, moltissimi fra i dilettanti, vera essenza dello sport, che ogni giorno ripetono “di non mollare”.
E lo sport manca anche a noi di AssisiSport che siamo abituati a raccontare le imprese delle squadre del nostro comprensorio, le avventure delle società sportive che tanto amiamo e alle quali tanto dedichiamo. Un’informazione sportiva che anche per noi è mutata in questo periodo, troppo spesso costretti a parlare di emergenza, di virus, di situazioni che ruotano intorno a questo brutto momento, sanitarie, economiche, certamente “meno” sportive.
E’ un dolore che stringe il cuore non poter vedere gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine che si esprimono attraverso le discipline sportive sui campi e nei luoghi “intorno a noi”, utili per dare sfogo alla propria energia e a realizzare le proprie potenzialità. Lo sport, componente certamente non marginale ed importante per la vita di ognuno, soprattutto in termini di benessere e salute. E la mancanza dello sport si fa sentire. Moltissimo.
Mesi e mesi di duro lavoro, di fatica sia fisica che mentale, di ore passate in palestra, in piscina, su un campo da gioco, al palazzetto o in sella ad una bici in previsione di importanti gare che ora non si sa quando verranno svolte. Sempre pensando a quella vittoria per cui ogni sportivo costantemente si adopera e lavora. Vittoria, parola ormai divenuta fondamentale per un obiettivo comune: battere il virus. E vincere questa “battaglia”.
Ed è lo sport prima di tutti che abitua al sacrificio. E in questo momento il miglior sacrificio che possiamo fare è quello di rispettare le regole e, chi deve, fermarsi. Con nostalgia, certamente, con amore per lo sport sicuramente. In attesa di ripartire più forti di prima. Ad allenarci, a giocare, a divertirci. E noi a raccontare le emozioni e le imprese che tanto, troppo, ora ci mancano.
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