Basket giovanile dilettantistico, segnale forte da Lamciano. Dopo 12 anni, Valerio Di Battista si dimette dall’Unibasket Lanciano – squadra abruzzese – a causa delle restrizioni anti-Covid imposte al mondo dello sport, tra cui in green pass obbligatorio. Il dirigente dell’Unibasket Lanciano “La mia coscienza non mi permette di essere complice di ‘barbarie’ contro lo Sport ed in particolare contro quello giovanile. Non sarò io a vietare a decine di ragazzi l’ingresso in palestra”.
Il Green pass, per il dirigente Di Battista è “sport negato”. Valerio di Battista si dimette dal consiglio direttivo dell’Unibasket Lanciano, scagliandosi contro i divieti anti-Covid imposti ai ragazzi. Parla di “sport negato” e decide di lasciare l’incarico perché contrario all’obbligo di green pass per i giovani sportivi. “La mia coscienza – ha spiegato – non mi permette di essere complice di una barbarie contro lo sport ed in particolare contro quello giovanile”. Le dimissioni sono state ufficializzate dall’Unibasket Lanciano in una nota.
“Dopo 12 anni mi sono dimesso dal consiglio direttivo – si legge nella nota -. Sono stati anni pieni di grandi successi sul rettangolo di gioco ma anche di qualche delusione fuori dal campo. Sono stato il dirigente responsabile fautore lo scorso anno del servizio di circa 2000 tamponi gratuiti per permettere a tutti i nostri tesserati di giocare in sicurezza, ho personalmente allestito un campo all’aperto per permettere ai ragazzini del Minibasket di tornare ad allenarsi dopo mesi di stop forzato, ho garantito, con un grande sforzo economico i corsi di Minibasket gratuito a tutti i bambini indistintamente, ma di certo non sarò il dirigente responsabile che vieterà a decine di nostri ragazzini e atleti non in regola con le nuove normative della FIP di non entrare più in palestra per giocare: non sono un dirigente buono per tutte le stagioni. Faccio i migliori auguri al nuovo consiglio direttivo che presto si insedierà garantendo tutti gli impegni presi. W lo Sport, quello con la S maiuscola!”.
Le norme per contenere la diffusione del Covid ora «non hanno a che fare con la sicurezza degli atleti – dichiara all’Ansa – Ho detto ai miei soci che finché ci sarà obbligo del Super Green pass non voglio starci. Ho visto genitori venire da me piangendo a chiedere “perché mio figlio non può più giocare?” Possibile non ci si renda conto delle conseguenze psicologiche di questi provvedimenti per ragazzini di 12, 13 anni?».
Non si sono fatti attendere, sui social, i commenti dei genitori con l’hashtag #sportnegato. «Prendere posizione e fare scelte coerenti in questo momento storico è cosa rara. Grazie a nome di tutti i ragazzi sportivi!», e poi «Grande ammirazione, se tutti facessero così le cose cambierebbero. I ragazzi hanno il diritto di praticare sport senza vincoli». «Grazie infinite, abbiamo tutti bisogno di persone come lei, che sappiano riconoscere le storture del sistema e scelgano di non assecondarle».
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