Diana Bacosi, umbra di Città della Pieve e concittadina di Mario Draghi, si è aggiudicata nella giornata di ieri l’argento nel tiro al volo. L’atleta era la favorita per il gradino più alto del podio ma ha dovuto rinunciare all’oro all’ultima batteria della finale contro l’americana Amber English, che aveva cominciato alla grande con quattro centri su quattro. Colpa anche di un maldestro cameraman giapponese che l’ha disturbata obbligandola a chiedere una pausa fatale al suo ritmo di gara. Al colpo seguente, ha fatto il primo zero della sua gara. “Probabilmente mi ha deconcentrato, ma sono cose che possono capitare”.
Ma Diana, che porta sul volto smagrito i segni di una sofferenza lunga un anno, non si lascia abbattere. Ha raccontato la sua sofferenza quando è scesa dal podio del lugubre poligono di Asaka dedicando il suo argento agli italiani. “Ho avuto grosse difficoltà, anche sportive, ho attraversato un momento nero. Potevo vincere, ma sapendo da dove sono partita, sono contenta ugualmente. E vorrei dedicare questa medaglia agli italiani, perché la pandemia ci ha messo in ginocchio, ma siamo e saremo capaci di rialzarci, nella vita come nello sport”. “Vedevo tutto nero – continua l’atleta – I miei amici, il presidente Rossi e coach Benelli mi hanno raccolto da terra con il cucchiaino. Non è stato facile, con tutti i pianti e il male che ho passato. Ma se questo è il risultato, almeno mi ripaga dei momenti brutti”.
In un momento di grande difficoltà tutti noi ci siamo aggrappati a qualcosa, una frase, una canzone, un libro. Diana, vecchio cuore rossonero, aprì quasi per caso la biografia di Ibrahimovic. “C’era dentro tanta vitalità, tanta energia, quelle che sentivo di non avere più. Mi ha aiutato, mi ha fatto stare meglio”. Dice che vorrebbe prendere un caffè con Zlatan, e magari portarselo al campo di tiro per insegnargli come si fa, “visto che lui è un appassionato di caccia e pesca”.
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