La redazione di Assisi Sport riceve e pubblica una lettera da parte di un genitore di un/una giovane avviato/a alla pratica sportiva. Di seguito il contenuto integrale:
“Il nome della nostra Serafica Assisi viene molte volte abbinato a Unione, Fratellanza, Solidarietà, Aiuto… ma questo è quello che viene visto al di fuori dei confini del Comune che ha dato la nascita a San Francesco. Non è invece così per chi ci vive, e vi racconterò il perché… uno dei tanti Perché, associando il discorso in veste sportiva.
Nello Sport, qualsiasi tipo di Sport, è fondamentale puntare sulla formazione dei nostri figli abbinando all’attività fisica e sportiva quei valori che poi andranno a plasmare il futuro Uomo. Oltre a tutte queste qualità come la lealtà, la sportività e l’educazione, lo stesso verrà anche “costruito” dal punto di vista delle proprie attività motorie, diventando così un buon uomo e un buon genitore. Eppure ci sono casi di bambini e adolescenti che sono stati invitati ad andare a giocare in un’altra Società Sportiva e che quindi non possono rispecchiarsi nei valori che sono stati precedentemente esposti? Ma un’Associazione Sportiva – che dovrebbe ritenersi fortunata nell’avere molte richieste di affiliazione – dovrebbe puntare sui ragazzi e aiutarli nella loro crescita fisica e psicologica invece di selezionare i migliori per arrivare a formare un team senza eguali, non puntando più su valori morali ma sulla frase più schietta possibile: “CHI E’ PIU’ FORTE GIOCA”. Meglio un campione come Luis Enrique che diceva: “Se 20 bambini vanno alla partita, devono giocare tutti… Trova un club dove i tuoi figli abbiano sempre l’opportunità di giocare, anche se la squadra è di livello inferiore”.
A nostro avviso non è normale – e neanche sportivo – effettuare un tipo di attività così selettiva in una fascia di età ancora adolescenziale in un contesto come quello di Assisi. Il problema è però più ampio: ad Assisi non si può avere una piscina comunale perché non c’è spazio, non si può avere un palazzetto dello sport perché non c’è spazio e tutto questo si potrebbe abbinare al fatto che tutto questo non si può avere perché non ci sono campioni! Se un bambino si presenta in una società sportiva per giocare, quel bambino ti sta chiedendo di imparare uno sport: ed è la società stessa che – se rifiuta – non sta svolgendo al meglio la propria attività e sta andando contro gli stessi valori dello sport stesso.
Lo sport è valori, è educazione, è sostegno, è sviluppo e emozioni e CARI miei, voi avete gli strumenti per fare tutto ma non sapete utilizzarli, preferendo un ‘cambio sport’ piuttosto che cercare la chiave giusta per aprire il cuore delle persone e dei bambini. Invito tutti a dare un’occhiata a tanti altri sport, quelli chiamati minori, come il rugby, il pattinaggio, l’atletica. Dove l’obiettivo non è pagare la quota ma fare gruppo e dare il massimo. La maggior parte di queste Società non chiede quote associative ai minori di anni 16 e lo fanno solo perché i ragazzi si devono sentire liberi di provare senza il peso economico familiare, ma andando a lavorare solo e unicamente sui fondamentali, sulla persona e sulla squadra.
Cittadini, Padri e Madri, Ragazzi… Assisi deve ancora imparare tanto da tutti e da tutto, specialmente nello Sport, non riteniamoci arrivati perché siamo la “Culla di tutto” ma pensiamo sempre che non si deve mai smettere di imparare, e guarda caso è lo stesso consiglio che darei nello Sport e che ci ha sempre insegnato il nostro Santo”.
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