(Stefano Berti) Tanti chilometri fra Cosenza ed Assisi, ma l’imminente ritiro estivo nella città Serafica del Cosenza Calcio (dal 16 al 31 luglio, ndr) fa balzare alla mente un legame – molto significativo – fra le due città, che le avvicina tantissimo. Sono infatti due i santi le cui vite si sono intrecciate, non tanto a livello cronologico, ma certamente per una storia particolare che vede coinvolto un nome: Francesco. Il 2 aprile la Chiesa ricorda San Francesco di Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507), eremita, religioso, fondatore dell’Ordine dei Minimi. Un santo a cui molti cosentini sono devoti. Il nome Francesco gli viene dato dai suoi genitori, Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, per adempiere a un voto fatto a San Francesco di Assisi, di cui proprio Assisi il 4 ottobre ne festeggia ogni anno il ricordo del Santo Patrono d’Italia. Ed è qui che si stringe forte il legame fra le due città, Cosenza ed Assisi, nel nome di Francesco.
LA STORIA I due coniugi da ben dodici anni chiedevano il dono di un figlio. I due erano molto devoti del Poverello di Assisi, tanto da appartenere – molto probabilmente – addirittura al Terzo ordine francescano. Francesco nacque a Paola, in Calabria Citeriore, Regno di Napoli (oggi in provincia di Cosenza), il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla, e Vienna da Fuscaldo. La famiglia di Giacomo proveniva da Cosenza, e ancora prima originaria di Messina. Il nome venne dato al bambino in onore a san Francesco d’Assisi, per l’intercessione del quale i due coniugi chiesero la grazia di un figlio, pur trovandosi già in età avanzata. Alcuni anni dopo nacque una seconda figlia, Brigida. Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d’infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente all’intercessione del santo d’Assisi. Fecero quindi voto che in caso di guarigione il piccolo avrebbe indossato per un anno intero l’abito dell’ordine francescano. La malattia si risolse senza quasi lasciare traccia.
Fin da piccolo, Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa. All’età di tredici anni narrò della visione di un frate francescano che gli ricordava il voto fatto dai genitori. Accolto nel convento francescano di San Marco Argentano, vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori. Il tempo trascorso nella comunità evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita e il culto dopo la morte. Durante quest’anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell’osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa, e praticava già molti digiuni e astinenze. Il giovane Francesco trovava meditazione in una grotta, ubicata nella tenuta del convento, in solitudine, nel quale ebbe la visione di San Francesco d’Assisi. Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che ebbe proprio Assisi come meta principale.
Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vita eremitica, utilizzando un luogo impervio compreso nelle proprietà della famiglia e suscitando lo stupore dei paolani. Nel 1435, altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale. Con i suoi, costruì una cappella e tre dormitori, dando di fatto inizio all’esperienza, tuttora in corso, dell’Ordine dei Minimi. Alle prime adesioni, se ne aggiunsero molte altre, tanto che il 31 agosto 1452 il nuovo arcivescovo di Cosenza, monsignor Pirro Caracciolo, concesse l'”approvazione diocesana”, atto che comportava la facoltà di istituire un oratorio, un monastero e una chiesa. La fama di santità di Francesco si diffuse rapidamente, tanto che nel 1467 Papa Paolo II inviò a Paola un suo emissario per avere notizie sull’eremita calabrese.
Il 17 maggio 1474, Papa Sisto IV riconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione: “Congregazione eremitica paolana di San Francesco d’Assisi”. Il riconoscimento della regola di estrema austerità venne invece con Papa Alessandro VI, in concomitanza col mutamento del nome in quello, ancora attuale, di “Ordine dei Minimi”. Francesco, che nel frattempo aveva trovato stabile dimora a Paterno Calabro, divenne quindi un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra. A lui ci si rivolgeva per consigli di carattere spirituale ma anche per consigli più prettamente pratici. E così ancora una volta, il santo assisano è presente nella vita di quello della città calabrese. Un racconto, una storia, che in questo caso il calcio e lo sport hanno voluto nuovamente far raccontare.
Foto: Facebook Cosenza Calcio
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