Il Comitato Tecnico-scientifico si è incontrato nel pomeriggio di ieri con il Presidente del Consiglio Mario Draghi per il punto della situazione epidemiologica. La preoccupazione principale è quella delle varianti: la mutazione inglese rappresenta più del 30% dei contagi in Italia ed entro metà marzo, secondo l’Istituto superiore di sanità, sarà quella predominante nel nostro Paese.
Il governo e lo stesso Draghi stanno lavorando in queste ore al nuovo DPCM, che dovrà sostituire quello attualmente in vigore fino al 5 marzo.
Difficile pensare ad un allentamento dei divieti con la maggiore circolazione delle varianti e con gli esperti che continuano a chiedere cautela. Per le riaperture di palestre e piscine, oltre che di teatri e cinema ci sarà da attendere: il Ministero dello Sport aveva chiesto un parere al Cts ricevendo risposta contraria.
Secondo gli esperti, infatti, piscine e palestre possono riaprire solamente con meno di 50 contagi ogni 100mila abitanti, il parametro da fascia bianca che al momento quasi nessuna Regione può neanche avvicinare. Solo più avanti, quindi, si valuteranno gli indicatori, che potrebbero essere rivisti in un secondo momento e che potrebbero essere fondamentali per valutare la possibile riapertura degli impianti per le attività sportive con lo scaglionamento degli ingressi in queste strutture
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