(Stefano Berti) E’ arrivato ad Assisi con anticipo, accompagnato dall’inseparabile compagna di vita Eveline, quando erano da poco passate le 17 Bernardo Bernardini, originario di Treviso, pilota d’aereo ritrovatosi su un letto di ospedale con due vertebre spezzate, che è riuscito a rimettersi in piedi e a realizzarsi nello sport dopo 15 anni di interventi chirurgici e intensa e faticosa fisioterapia. Una lunga pedalata anche oggi, mercoledì 16 settembre, per quella che è e sarà un’avventura lunga 700 km. (Continua dopo il video)
“Ho scelto Assisi – ha ribadito Bernardo Bernardini dal sagrato della Basilica Superiore di San Francesco – perché per me rappresenta il raggiungimento della pace interiore. Pace che per me arriva nel momento in cui si accettano le proprie diversità rispetto all’immagine di noi che ci siamo creati, le diversità che viviamo come difetti e che abbiamo paura di mostrare a noi stessi e agli altri per paura di non essere accettati e allontanati. Accettare i nostri difetti – sottolinea il campione di vita – gli errori che abbiamo commesso e perdonarci ci da la possibilità di ricostruire la nostra immagine, più reale e attinente a ciò che siamo realmente, portando la pace nella nostra vita e nella nostra anima”.
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Un grave incidente di volo a 19 anno gli procurò una lesione spinale e rimase paralizzato, ma a quello schianto e alla conseguente perdita dell’uso delle gambe, non ha affatto seguito lo scoraggiamento. In Bernardo Bernardini ha vinto la grande forza di volontà, il male non ha trionfato per quello che sarebbe stato un futuro segnato su una sedia a rotelle.
Bernardini è partito sabato 12 settembre da Treviso. Poi ha toccato l’Abbazia di Praglia, Vo’ Euganeo, Cesenatico, Loreto. Oggi Assisi per Bernardo Bernardini “luogo simbolo della Pace, rappresenta la pace interiore. Per ottenerla ho dovuto riconoscere la mia diversità e ciò che ritenevo fossero le mie colpe e perdonarmi”. Ultima fermata a Roma. E’ possibile seguire in tempo reale sui canali Social di Finalmente Corro l’avventura dell’atleta trevigiano, in attesa dell’arrivo in serata nella città Serafica, in un luogo simbolo di cultura e fratellanza.