(Stefano Berti) Al Teatro Excelsior di Bettona arriva “La leggenda del pallavolista volante”, spettacolo che porta lo sport in scena. Due gli appuntamenti al teatro bettonese, uno serale per un pubblico più adulto e uno, in mattinata, per gli studenti delle scuole primarie rimasti incredibilmente affascinanti dalle avventure sportive.
Andrea Zorzi, per tutti “Zorro” – il pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con l’indimenticabile Nazionale di Julio Velasco – sale sul palcoscenico e, grazie alla penna e alla regia di Nicola Zavagli, ci racconta la sua grande avventura. Attorno a lui, la verve esplosiva dell’attrice Beatrice Visibellidisegna un paesaggio narrativo carico di ironica allegria, dando vita alla moltitudine di personaggi che hanno accompagnato la vita e la carriera di questo autentico mito dello sport italiano. (Continua dopo il video dell’intervista).
Un pallone sgualcito diventa il volante che il padre impugnava durante i molti chilometri percorsi nella sua vita d’autista. Le panche dello spogliatoio, dove ci si confrontava, si discuteva e si finiva spesso per litigare, si tramutano nel letto dove un adolescente febbricitante cresceva troppo e sognava di trovare una ragazza. Lo spazio del palco si trasforma in un campo da pallavolo, per rivivere le azioni mozzafiato scolpite nella memoria di tutti, le vittorie leggendarie e le sconfitte ancora brucianti.
Abbiamo incontrato in esclusiva per Assisi Sport, il campione, che con grande entusiasmo afferma: “Sono felice di far parte di questo racconto, ne sono parte integrante perché la storia e ogni tipo di confessione sono assolutamente vere e legittime. È piacevolissimo vedere come i vari pubblici – che siano ragazzi o adulti, appassionati di pallavolo o meno – reagiscano a modo loro, con molta simpatia”.
Riguardo la trasposizione scenica della sua personale storia sportiva Zorzi continua: “Per me è un modo di guardare lo sport con occhi diversi, attraverso un linguaggio nuovo, pur mantenendo un legame con un mondo che conosco profondamente. In questo momento della mia vita, da uomo quasi sessantenne, con barba e capelli bianchi, mi colpisce molto la complessità dello sport. In alcuni luoghi è uno strumento di condivisione, in altri di discriminazione. A volte è volontariato, altre volte è il massimo del business. Lo sport è quasi uno specchio della società contemporanea, così conflittuale. Naturalmente, oggi mi interessa meno l’aspetto agonistico o di cronaca, anche se l’ho vissuto intensamente per molti anni”.
Il pallavolista ha inoltre espresso la sua opinione riguardo il grande successo della Sir Safety Perugia: “Perugia – ha detto Andrea Zorzi alla redazione sportiva di Assisi News – è storicamente una città della pallavolo, sia a livello maschile che femminile. Negli ultimi anni, però, ha fatto passi da gigante, anche nel modo in cui si propone. L’arrivo di Lorenzetti ha cambiato l’approccio della squadra, che è diventata molto vincente, coraggiosa e disposta a investire molte risorse. L’Umbria, oltre a essere geograficamente il centro dell’Italia, è oggi anche un centro nevralgico per la pallavolo, un vero e proprio modello a cui ispirarsi”.
L’attenzione verso la pallavolo è molto forte perché non si tratta di uno sport recente, eppure non ha mai ottenuto i risultati che sta raggiungendo ora. Questo è merito anche di un contesto che conosce e valorizza la pallavolo da tempo.
Con questo spettacolo la Compagnia Teatri d’Imbarco, conferma il suo impegno sul fronte del teatro popolare di ricerca: un teatro che, grazie a un’indagine drammaturgica sempre in divenire e a un dialogo sempre aperto con il suo pubblico, sia capace di coniugare memoria storica e poesia, riflessione civile ed emozione, pensiero e gioco scenico. In questo caso, il teatro porta in scena lo sport e lo sport porta in scena la vita, con un crescendo di momenti a tratti ironici ed esilaranti, a tratti malinconici o persino drammatici.
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