(Agnese Paparelli e Stefano Berti) Torna inStudio per Assisi Sport: ospite della trasmissione il presidente dell’Assisi Calcio Riccardo Gaucci, che ha accettato esclusiva l’invito del direttore del gruppo editoriale Assisi News Stefano Berti, al quale incalzato dalle domande, ha raccontato ricordi, obiettivi, motivando le scelte fatte fin qui, fra speranze e sogni presenti e futuri. Un approfondimento – con Riccardo Gaucci, presidente della rinata Assisi Calcio 2023, sulla grande novità sportiva di quest’anno del territorio di Assisi.
Assisi Sport inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni. Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale del gruppo BN COM della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti, Flavia Pagliochini e Agnese Paparelli. Immagini e montaggio: Jacopo Scarponi. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico: Bertidesign, produzione: BNCOM. Il testo dopo il video è una sintesi fedele dell’intervista ma non una sua trascrizione integrale. (Continua dopo il video)
Perché Assisi per il nuovo progetto calcistico di Riccardo Gaucci? “L’idea è nata circa tre anni fa, quando ero a Malta il presidente del Floriana Football Club, volevamo mettere una base in Italia. Abbiamo individuato Assisi proprio come base – spiega il presidente Gaucci – essendoci anche il volo diretto Malta-Assisi, abbiamo pensato fosse il luogo ideale. Il Floriana ha poi vinto il campionato dopo 27 anni, qualificandosi prima per la Champions League e poi per l’Europa League, siamo arrivati fino al terzo turno. Per Malta abbiamo realizzato un miracolo. Poi è scoppiata la pandemia e da lì è sfumato tutto. C’è stato un avvicinamento con la vecchia società lo scorso anno ma non si è fatto nulla. Quest’anno ci siamo detti di ripartire da zero e così abbiamo fatto”.
“Io ci sono nato nel calcio – continua il numero uno dell’Assisi Calcio – da quando ho 12 anni sono sempre dietro prima a mio padre. Poi l’esperienza all’estero a Malta e l’esperienza nella primavera del Perugia con il quale abbiamo vinto due scudetti. Sono stato anche presidente del Catania e ho avuto molte esperienze anche nel mondo del calcio a 5. È sempre stata un po’ la mia vita. Dopo sei anni di Malta ho deciso di smettere per un po’ ma poi è capitata questa avventura con l’Assisi e non me la sono lasciata scappare”.
Riccardo Gaucci e la sua Assisi Calcio hanno riportato un nuovo entusiasmo in città. “Pensavo fosse più semplice perché sono sempre stato abituato con società professionistiche dove tutto era organizzato ed era pronto. Qui ci siamo trovati di fronte a niente: dalla casacca al birillo, dai palloni alle reti. Un campo che ancora non abbiamo e ci siamo dovuti adattare. Per ripartire dalla Seconda Categoria – continua Gaucci – mi sono dovuto affidare a mister Gambacorta che, oltre all’allenatore, svolge anche il compito di direttore sportivo. Se non ci fosse stato lui avrei avuto ancora più difficoltà perché abbiamo dovuto costruire la squadra nel giro di venti/venticinque giorni”.
“Noi puntiamo in alto – spiega senza mezzi termini il presidente dell’Assisi Calcio – venivamo da cinque vittorie consecutive. Rispetto ai giocatori professionisti, la difficoltà che sto riscontrando è nel mantenere sempre un livello alto negli allenamenti. Purtroppo nella partita di domenica scorsa (19 novembre, ndr), dovevamo vincere nettamente e abbiamo perso anche per presunzione. L’umiltà è alla base di questo sport e quando manca vieni punito.
“Sono vicino alla squadra e sicuramente in questo periodo rimarrò qui. Mi sono accorto che non è più un gioco – commenta Riccardo Gaucci – sta diventando una cosa seria. Ci sono molti imprenditori che si stanno avvicinando alla squadra, stiamo destando molto interesse. Ovunque andiamo, troviamo sempre i campi pieni. Le squadre che ci affrontano sembra sempre che sfidano il Real Madrid. Domenica scorsa, quando ci hanno battuto, festeggiavano come se avessero vinto il campionato. Significa che stiamo creando qualcosa di importante. Lo percepisco io ma anche la squadra e tutto lo staff. Sicuramente la mia presenza sarà piano piano più frequente”.
Tante le esperienze di Riccardo Gaucci nel mondo del calcio. Dopo Malta, ora il rientro in Italia nello sport dilettantistico. “Il calcio dilettantistico nel nostro paese non sta messo molto bene. Abbiamo giocato in campi messi davvero male. C’è bisogno di più organizzazione”.
Lo stadio di Assisi non è attualmente la casa dell’Assisi Calcio, che sta disputando le partite nel campo di Viole. “Tornare allo stadio degli Ulivi è un nostro obiettivo primario. Si chiama ‘casa’ perché quando ci giochi hai un vantaggio in più rispetto agli ospiti – continua Gaucci – in questo momento noi stiamo giocando ospiti a Viole, che ringrazio perché siamo sempre trattati benissimo, però non è la nostra casa e ci alleniamo in due campi differenti. Non abbiamo proprio la base dove mettere il materiale, dove i nostri magazzinieri e i nostri responsabili si possono organizzare. È una cosa che manca. Lo stadio è alla basa di ogni società di calcio del mondo. La propria casa è la propria casa, mi auguro di tornare presto. Abbiamo avuto diversi incontri con il Sindaco e l’Amministrazione comunale. L’obiettivo era cercare di entrare prima di Natale. Speriamo di riuscirci presto perché stiamo avendo delle difficoltà”.
Cosa dicono i ragazzi quando arriva Riccardo Gaucci nello spogliatoio? “Loro non sono abituati a me – racconta il presidente dell’Assisi Calcio – siamo insieme da un mese e mezzo e c’è bisogno di tempo per abituarci. A me non piace perdere e cerco di mettere tutti sottopressione. Da sempre per me ogni partita è la partita della vita. Lo vivo così il mondo del calcio e cerco di trasmettere questo alla squadra, che non sempre lo recepisce. Mi vedranno un po’ come l’uomo nero ma non lo sono”.
La scelta della città Serafica è sembrata quasi scontata per Gaucci. “Assisi è Assisi – spiega il presidente della squadra rossoblu – la città è conosciuta. È tra le dieci città più importanti in Italia. Perché non provare a fare calcio ad Assisi? Secondo me è una cosa molto stimolante. In questo momento non mi aspetto nulla, abbiamo molti appassionati che vengono a vedere le partite e alcune volte si scalda un po’ troppo l’ambiente ma è normale”.
Nemmeno a Luciano Gaucci piaceva perdere. Cosa c’è di papà Luciano in Riccardo Gaucci? “Il non voler mai perdere, cercare di trovare sempre una motivazione in più ogni domenica anche se non è facile – racconta Riccardo Gaucci – forse quello che cercherò di migliorare è di non esonerare gli allenatori, come faceva lui, ma anzi di appoggiarli. Quando abbiamo vinto il campionato a Malta abbiamo passato dei momenti di difficoltà e proprio in quei momenti abbiamo cercato di stare più vicino all’allenatore e di dargli più forza. La vicinanza della società all’allenatore è una cosa che può far solo bene alla squadra. Questa è una cosa che non ho ripreso da lui. Se ci fosse stato lui, dopo la sconfitta di domenica avrebbe fatto qualche casino – scherza il presidente dell’Assisi Calcio – ho ricordi meravigliosi di quegli anni. Dovunque vado, a Perugia, sono trattato con il tappeto rosso, a dimostrazione del fatto che abbiamo dato tanto alla città di Perugia”.
“Ci stiamo avvalendo di persone che sono molto valide, hanno molti stimoli e hanno voglia di crescere – dice Gaucci – dove vuole arrivare questa Assisi? Più in alto possibile. Siamo qui per cercare di fare le cose fatte bene. Mi piacerebbe portarla tra i professionisti, ma ora non posso dire nulla. Quando abbiamo iniziato ci siamo detti di emulare un po’ quanto fatto dal Chievo Verona che, partito dalla Seconda Categoria, adesso è in Serie D. È un percorso che non sarà facile, lo sto vedendo ogni domenica che tutti giocano contro di noi come se arrivasse una top del calcio”.
“I miei calciatori devono pensare a riprendersi il prima possibile dalla sconfitta contro la Trevana – esorta il presidente dell’Assisi Calcio – siamo a pari merito con un’altra squadra e questo significa che le cinque vittorie consecutive che abbiamo fatto non sono bastate. Ma, anzi, è bastata una sola sconfitta per farci raggiungere. Ora devono riprendere il cammino delle cinque vittorie consecutive. L’obiettivo è vincere il campionato ma si vince con l’umiltà e i sacrifici. Quando entri in campo e pensi di aver vinto una partita perché hai fatto cinque risultati utili consecutivi, se non sei sempre attento e se non sei sempre concentrato, succede quello che è accaduto domenica scorsa e si perdono le partite con l’ultima in classifica, pur non meritando”.
Perché un assisano dovrebbe venire a seguire la squadra della città? “Perché l’Assisi Calcio rappresenta la città ed è giusto che la tifi. Credo che per un assisano sia giusto avere un piccolo spazio in fondo al proprio cuore per l’Assisi. Non mi sbilancio sulla categoria cui puntiamo. Siamo venuti qua per cercare di fare una cosa fatta bene a cominciare da questo campionato. In pochi giorni abbiamo costruito una squadra molto competitiva. È chiaro che, conoscendo poco l’ambiente e conoscendo poco la seconda categoria, uno paga lo scotto dell’inesperienza ma piano piano cerchiamo di colmare questo gap”.
“Sono felice di questa avventura – conclude Riccardo Gaucci intervistato inStudio – e sono felicissimo dell’accoglienza che mi ha dato questa città. Speriamo di proseguire su questa strada”.
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