(Stefano Berti e Agnese Paparelli) Non sono passate inosservate le parole di Giorgio Gasparrini sul caso Assisi Calcio, società calcistica della città Serafica che, dopo molti anni, si rivela assente alla partenza della stagione sportiva. Uno sfogo dettato certamente dall’amore per un progetto svanito, dove la sola volontà non è bastata a sancire la rinascita della società. Ma le parole di Gasparrini, toccano temi sentiti in città, con lo stesso che “accusa” i più di non interessarsi ai progetti sportivi. E allora viene spontaneo chiedersi: “Perché?”.
Purtroppo il caso non è isolato. Perché le tante società sportive che esistono nel territorio di Assisi (e sono davvero tante), faticano ogni giorno (tranne qualcuna, ma solo poche) a causa della carenza di spazi da utilizzare, costrette a combattere ogni giorno pur di rimanere in vita e solo questo motivo, su tutti, potrebbe essere il primo a non invogliare un investitore a creare qualcosa. Perché più che creare, poi significherebbe tribolare!
Diciamola tutta, le strutture sportive della città di Assisi sono vecchie, fatiscenti e assolutamente non sufficienti per soddisfare le esigenze di chi dello sport ne fa una ragione di vita e di “lavoro”. Risulta difficile, infatti, per molte società crescere e sviluppare un importante settore giovanile e far crescere ragazzi e ragazze appassionate di sport senza i giusti mezzi e strutture.
Sono anche tante, purtroppo, le società (di cui evitiamo di fare nomi) che continuano ad abdicare nel silenzio generale e che a quanto pare notano – perché scomparse dai radar – solo gli organi di informazione. Già in passato alcune erano state “costrette” a migrare verso altri lidi. Altre chiudono. Che sia dovuto alla mancanza di strutture, di fondi o alla troppa concorrenza nel territorio spetta alla società comunicarlo, ma resta il fatto che Assisi non è più competitiva a livello sportivo. Anche il grande punto interrogativo che da anni pende sul futuro della piscina – inserita in ogni tipo di programma elettorale ad ogni tornata – è sinonimo di questo scarso interesse per le infrastrutture e le stesse società sportive.
Nei giorni scorsi la città di Assisi ha ottenuto un finanziamento di 4 milioni di euro previsto dal Pnrr nell’ambito di “Sport e inclusione sociale” che verranno utilizzati per la riallocazione del Centro federale di pugilato, ossia la palestra, il museo e la futura Accademia del pugilato, e per la riqualificazione e l’ampliamento della piscina coperta. Un grande risultato per il territorio che vanta la presenza di questo importante centro federale in cui gravitano le più grandi stelle della boxe nazionale e non solo.
Purtroppo, però, non è sufficiente, e non può essere sufficiente. Serve un progetto concreto e a lungo termine che sappia valorizzare non solo le strutture ma le stesse società. Perché le eccellenze nel territorio ci sono, gli sportivi capaci anche. E rimanere “fra gli ultimi”, specialmente nello sport, non piace mai a nessuno.
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